Style Magazine

Eccoli qui:

benvenuti!

Ciao, mi chiamo Elsa.

Presentazione classica, troppo banale, “un po’ da boomer” ?!

Non me ne frega nulla. Sono nata negli anni ’80. E me ne vanto. Sì. Lo so. Una si può lamentare. Dire: “Eh ma purtroppo sono fatta così perché si educava così, perchè c’erano quei cartoni animati lì, perché sentivo i racconti dei nonni che raccontavano così…”.

Stronzate.

No, le parolacce non le userò (quasi) mai più. Però oggi è la prima volta che vi parlo e ci terrei a mettere subito in chiaro delle cose.
Patti chiari, amicizia lunga. No, questa frase suona veramente “anzianissima”, scusate, ma poi miglioro. Promesso.

Elsa, anni ’80, generazione Y o Millennial o come cavolo volete. Pure boomer. Lo sapete anche voi tanto, lo so. Diciamo che il materiale con cui viene realizzato l’abito della vostra vita, lo si trova lì. Dentro un armadio prefissato e che vi hanno regalato. Senza chiedervi un parere. L’abito è pronto da indossare. Però è come lo indossate, l’accessorio che ci mettete, il portamento ed anche un po’ quella cosa lì un po’ metafisica, la chiamerei “grazia”, che abbinate all’abito.

Niente di angelico o trascendentale, solo una roba tipo la cromatura che dai al colore della tua fettina di mondo.

Ci credo. Tantissimo. Il colore alla tua vita lo attribuisci tu. Sì, tantissime cose non dipendono da te. Nasci in un posto, la salute, il professore giusto a scuola, la sbandata amorosa, le buone compagnie, gli stimoli giusti, ma anche le congiunzioni astrali, le allergie, il segno zodiacale…

Oh, per me vale tutto. Anzi vi dico di più: siete liberi di credere in tutto ciò che volete. Però esigo una promessa: cercate di essere felici. Per me essere felici è essere se stessi. Il successo è un concetto troppo soggettivo perché vi beviate le stronzate che si sentono dire o che basta vedere sui media, social network, schermi, affissioni, pubblicità…

Ho ridetto “stronzate”. Sorry

Stare bene. Quella roba lì è il successo. Tirare fuori la versione migliore di sè. Non è così difficile: significa tirare fuori la versione più vera. Vi cito una canzone. Che non c’entra nulla col mood di Eligo, ma non importa. Vi trasmette un concetto. Andate a cercarla su Youtube se non la ricordate o se non siete “boomer” ahah.

“Come piace a me”. Dei Pornoriviste. Mondo punk/rock anni ’90-2000. Mondo che faceva tanto sapore di ribellione. Ma non contro qualcuno. Dentro se stessi.

Voglia di ascoltare gli altri sì, ma di decidere noi. Autonomamente.

Niente di fatato. Tutto concreto. Mi chiamo Elsa, ma sono degli anni ’80: “Frozen” mica esisteva. Niente magia, niente risate con Olaf.

Una generazione un po’ nostalgica forse. Che poi c’è sempre un’ “Età dell’Oro” da rimpiangere, no? Però dei pezzi di nostalgia fanno anche bene. Aiutano a ricordare le radici, a prendere coscienza della forma che hai. Di ciò che vuoi essere.

Tipo io. Elsa. La sarta digitale degli anni ’20 del Terzo Millennio.

E tutto parte da me bimba. Boh. Qualcosa tipo 5 anni. Intendo l’età che avevo. Uno studio grande, pieno di oggetti magnetici: aghi, spilli, un ditale, le forbici di varie dimensioni, il nastro da sarto che la nonna chiamava “metro”, il righello, i gessetti e poi le stoffe, o filati… quello studio era magico. E il mago si chiamava Mario. Mio nonno. Nonno Mario. Lui mi ha passato la passione per cucire, rifinire, inventare, abbinare, colorare, costruire…

Oggi si direbbe “tailor made”. Lui accoglieva le persone nel suo studio. Le chiacchiere, il meteo, come sta la famiglia, massì poi ci metteremo a posto sui conti. Un preventivo? Mai. Se il lavoro lo appassionava partiva in quarta anche se l’interlocutore manco glielo aveva ancora finito di commissionare. Rapporti umani, sani, di conviviale confronto. Non tutto era sempre perfetto, ma oh quasi tutti erano sempre iper soddisfatti, felici, sorpresi, lusingati. Io me le ricordo le signore che uscivano e si sentivano Lady Diana, o Jessica Fletcher, o Naomi Campbell (ce ne sono di molto fantasiose)… e gli omini che entravano stile giocatore di rugby dopo una giornata dedicata al giardinaggio ed uscivano lord invitati ai party dei Windsor.

Un mezzo incantesimo? Roba d’altri tempi?

Per me, no. Proviamoci. Siamo qui insieme apposta per farlo. Le modalità sono diverse, chiaro. Ma molto è simile. Cercate di stare bene. Cercate l’abito giusto. Abito dico tanto per dire. La borsetta. Il cappello. La cintura. Le scarpe. O anche tutto insieme.

Costruiamo una comunità di persone che vogliono ritagliare la versione migliore di se stessi. Cosa ci può essere di più bello?

Siete dei potenziali stylist? E’ il posto giusto.

Siete alla ricerca di brand particolari? E’ il posto giusto.

Volete sbirciare le tendenze senza farvele imporre ma costruendole? E’ il posto giusto.

Ok, il posto è giusto. Vi entrerà nelle orecchie questo tormentone anni ’90 da boomer. Ahah.

E non devo andare troppo oltre. Lo dice anche il nome: Eligo, qualcosa che ha a che vedere con gente che si sceglie.

Sereni, no paura. È un servizio. Tirare fuori il meglio di sè. Ce lo meritiamo tutti.

Questo è solo il primo passo. A presto.

Saluti.
Elsa